Il sottotitolo, "Taccuino sudamericano di coincidenze, truffe e piccoli miracoli" è alquanto azzeccato.
Chi si aspetta il Rigatti che ha conosciuto con negli altri racconti, si troverà spiazzato.
La bicicletta e il viaggio lascia spazio (ma non sempre) alle persone al sudamerica, in un romanzo che è più vicino ad un contenitore di strani personaggi e storie inverosimilli, più che di racconti e natura.
E' anche la storia dell'incontro con Rosa, sua moglie. Come successe con la bicicletta, si trovano senza cercarsi, si sbattono addosso, come se fosse inevitabile e necessario.
Traspare dal racconto l'amore per il sud america, una terra in cui è facile trovarsi in pericolo o in balia a truffatori che si presentano da amici.
Si respirano spazia ampi, una natura potente, ma i rapporti sociali accorciano sempre le distanze, e spesso si scopre che chi si incontra non è uno sconosciuto, ma ha legami con altri conoscenti.
Difficile restare soli in sud america.
Colonna sonora consigliata: Trasudamerica, dei Marlene Kuntz
martedì 18 marzo 2008
Letture: Yo no soy gringo, Emilio Rigatti
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