Lo scorso fine settimana, un ostello di Alice Spring (Australia), nota e amena località, punto di sosta per i visitatori diretti a Uluru, ha rifiutato ospitalità ad un gruppo di giovani ragazze aborigene perchè, a quanto pare, spaventavano un gruppo di turisti asiatici (via The Age).
Tutto ciò suona molto strano. Alice Spring, oltre alle vecchie miniere, non ha nulla da offrire se non un tetto e un po' di ristoro per i turisti diretti ad Uluru, consociuto anche come Ayers Rock, antico luogo di culto per le comunità aborigene.
Chiunque si sobbarchi il lungo e faticoso viaggio per le pericolose e polverose strade dell'outback, non credo si ossa stupire se si imbatte in aborigeni.
Mi attenderei, piuttosto, che si rimanga delusi se si ritorna da quel viaggio senza averne incontrati.
L'incidente sembra comunque una cosa di poco conto, però di questi tempi, dopo le scuse ufficiali del Primo Ministro Rudd riguardo alle colpe dei colonizzatori europei per la "Stolen Generation", questo genere di notizie fanno rumore.
In un sondaggio sui lettori del quotidiano The Age, il 76% degli autraliani si riconosce l'Australia come un paese razzista.
Non stupisce, quindi, che nel più che decennale mandato del precedente Primo Ministro John Howard la tematica razziale non fosse stata adeguatamente affrontata. Recentemente l'ex governatore ha espresso nuovamente il suo disaccordo per tali scuse al popolo aborigeno.
Sostiene, infatti, che una generazione non si può addossare le colpe di un'altra, oltre al fatto che, aparte alcuni casi, la rimozione dei bimbi dalle famiglie aborigene (la famosa "Stolen Generation") in alcuni casi fu fatta a fin di bene, per favorire l'integrazione.
mercoledì 12 marzo 2008
Alice Spring, razzismo in un ostello
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