Interessante intervista della redazione della "Duerocche" con Gelindo Bordin. Mi hanno colpito due passaggi:
#1: la supremazia africana è soprattutto dovuta agli stimoli. Gli africani sono favoriti per elasticità muscolare e perché sono più leggeri, ma gli occidentali sono più forti "organicamente". Il vero problema, secondo l'oro olimpico di Seul, è che in occidente la vita da atleta spesso è considerata un infermo, mentre in aree disagiate del pianeta è il paradiso. Inoltre si tende un po' troppo ad autolimitarsi, nascondendo le proprie potenzialità.
Affascinante! Poco moderno e molto new age, ma affascinante.
#2: Gelindo sostiene che la sua forza consisteva nel completo autocontrollo che aveva del suo corpo. Riusciva a correre sempre ad un passo dal limite, ignorando avversari, pubblico e tutto ciò che c'era intorno, entrando in una specie di stato di tranche. In questo modo correva al risparmio, rilassato ma concentrato per 30, 35 Km, arrivando alla fine pronto per gestire la gara. Oggi i processi di allenamento e gestione dello sforzo sono molto più scientifici, oggettivi, coinvolgono sempre meno l'atleta e sempre più lo staff. Davvero molto interessante.
Simpatica la parte finale dell'intervista, dove gli amici della Duerocche elogiano lanciano all'iridato l'elogio per le scarpe Diadora, azienda di cui Bordin è Direttore Marketing. Niente di male, ma chissà che ne pensa la Mizuno, sponsor tecnico della manifestazione!! Di fronte ad un mito come Gelind'oro, però, i giapponesi possono chiudere un occhio ...
venerdì 17 aprile 2009
Chiaccherata con Gelindo
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