In una audizione alla camera Tremonti ha detto che il parlamento abolirà la retroattività dei provvedimenti che rendevano (quasi) impossibile godere della detrazione del 55% sui lavori alla casa che comportavano risparmio energetico.
Le proteste rimarranno, perchè questi provvedimenti, da soli, tenevano in piedi il settore dell'edilizia. Tuttavia, per lo meno, il governo non tradisce i cittadini che hanno fatto i lavoro esclusivamente per ottenere lo sgravio fiscale.
Da quando è apparsa la notizia (sabato 28 novembre) si è sollevato un vespaio di proteste da parte di tutte le categorie sociali (edili, commerciali, clienti, agenzie di consumatori, ecc.) che ha avuto profonda eco nonostante i maggiori telegiornali nazionali (Rai Uno, Canale 5, ecc.) non ne abbiano parlato.
Alcune considerazioni per quello che è accaduto in questi 2 giorni:
1) L'incazzatura e la notte quasi in bianco per la preoccupazione da dove si detrae?
2) Dovevo anche cambiare caldaia e installare un impianto di climatizzazione. Non avendo la sicurezza di godere degli sgravi al 55% per la caldaia a condensazione e la pompa di calore associata al condizionatore, probabilmente comprerò strumenti meno costosi e meno efficienti, con buona pace del mio animo ambientalista. Se avessi un po' di coraggio cercherei qualcuno che me le vende in nero, tanto per fare un dispetto a Giulio.
3) Che cavolo di opposizione è quella che invade giornali è tv per denunciare l'equiparazione dell'iva tra tv via cavo e tv satellitare e non fa neanche una parola sul risparmio energetico? Per la verità Bersani ne aveva parlato, ma essendo uno serio, non fa molta notizia.
4) Come può definirsi "ecologista" e di "sinistra" un partito che spreca la maggior parte delle sue risorse per far vedere un partita di calcio alla tv agli italiani invece di protestare quando viene messo in repentaglio un provvedimento che consente di inquinare molto meno, da lavoro ad un intero settore e crea valore alle case delle famiglie e di aziende?
5) Se siamo diventati o stiamo per diventare un paese del terzo mondo, ce lo si dica
Le proteste rimarranno, perchè questi provvedimenti, da soli, tenevano in piedi il settore dell'edilizia. Tuttavia, per lo meno, il governo non tradisce i cittadini che hanno fatto i lavoro esclusivamente per ottenere lo sgravio fiscale.
Da quando è apparsa la notizia (sabato 28 novembre) si è sollevato un vespaio di proteste da parte di tutte le categorie sociali (edili, commerciali, clienti, agenzie di consumatori, ecc.) che ha avuto profonda eco nonostante i maggiori telegiornali nazionali (Rai Uno, Canale 5, ecc.) non ne abbiano parlato.
Alcune considerazioni per quello che è accaduto in questi 2 giorni:
1) L'incazzatura e la notte quasi in bianco per la preoccupazione da dove si detrae?
2) Dovevo anche cambiare caldaia e installare un impianto di climatizzazione. Non avendo la sicurezza di godere degli sgravi al 55% per la caldaia a condensazione e la pompa di calore associata al condizionatore, probabilmente comprerò strumenti meno costosi e meno efficienti, con buona pace del mio animo ambientalista. Se avessi un po' di coraggio cercherei qualcuno che me le vende in nero, tanto per fare un dispetto a Giulio.
3) Che cavolo di opposizione è quella che invade giornali è tv per denunciare l'equiparazione dell'iva tra tv via cavo e tv satellitare e non fa neanche una parola sul risparmio energetico? Per la verità Bersani ne aveva parlato, ma essendo uno serio, non fa molta notizia.
4) Come può definirsi "ecologista" e di "sinistra" un partito che spreca la maggior parte delle sue risorse per far vedere un partita di calcio alla tv agli italiani invece di protestare quando viene messo in repentaglio un provvedimento che consente di inquinare molto meno, da lavoro ad un intero settore e crea valore alle case delle famiglie e di aziende?
5) Se siamo diventati o stiamo per diventare un paese del terzo mondo, ce lo si dica
Nessun commento:
Posta un commento