martedì 8 luglio 2008

Morte di un mafioso a Melbourne

Se fosse un film, sembrerebbe banale e scontato. Rosario "Ross" Gangemi, però è un personaggio reale. Dopo la sua morte, per leucemia, avvenuta sabato scorso nei dintorni di Melbourne, la polizia ha permesso la pubblicazione della sua storia, prima secretata.


Rosario Gangemini nacque in Calabria nel 1922. Morto il padre quando aveva 15 anni si trovò alla guida della famiglia. Trasportava sale e farina tra i villaggi calabresi, anche di notte, infaticabilmente. A 19 anni fu arruolato per la Seconda Guerra Mondiale. Passò 2 dei 4 anni di servizio in un campo di concentramento Tedesco.

Il 14 Maggio 1951 emigrò in Australia. Si fece togliere un rene in Italia e nel 1959 tornò in Australia. Fu vice capo mafia, agli ordini di Liborio Benvenuto, che controllava Melbourne e dintorni dagli anni '60 agli '80. Salì in fretta la gerarchia del potere, gestendo per più di 25 anni il racket delle estorsioni nel mercato di frutta e verdura di Melbourne.

Una registrazione nascosta del boss di Camberra, Pasquale "Il Principale" Barbaro, collaboratore di giustizia nel 1989 e assassinato l'anno dopo, rivela che Gangemi era uno dei boss della mafia calabrese di Melbourne. Nel '91 Gangemi era tra i primi 10 mafiosi dello stato di Victoria e l'Australian Bureau of Criminal Intelligence lo inserì tra i primi 30 capi di organizzazioni criminali di tutta Australia.

Quando Liborio Benvenuto seppe di essere sul punto di morire, nominò Giuseppe "Joe" Arena a succederlo come padrino di Melbourne. Morì sei settimane dopo, a 50 anni, per opera di una fazione rivale.
Michele Scriva, associato a Gangemi, commise il primo evento mafioso di Melbourne, pugnalando Giuseppe "Fat Joe" Versace con 91 colpi. Gangemi conosceva anche il padrino della malavita di Melbourne Domenico "il papa" Italiano, la cui morte, nel 1962 iniziò una faida per la successione, che portò all'uccisione, tra il 1963 e il 1964, dei gangster calabresi Vincente Angilletta e Vincenzo Muratore, eventi noti come "omicidi del Victoria Market". Tra gli esperti giunti in Australia per indagare sugli omici, fu invitato dall'Italia anche il commissario Ugo Macera, che produsse un report ancora secretato che indica Gangemi come mandante della morte di Angilletta.

L'Herald Sun è riuscito a vedere il "Report Macera": "l'omicidio di Vincenzo Angilletta è il classico esempio di uccisione decisa dalla mafia".

Durante la sua vita ha affrontato drammi personali come la morte della prima moglie e di Maria, la figlia della sua seconda moglie.
Oltre ad essa, Pasqualina, lascia i figli Sam, Nicholas e Joe.

I commenti dei familiari al funerale hanno un tono diverso.
La nipote Amanda lo descrive come "un eroe a nostri occhi, un uomo come nessun altro. Era come una pianta di salice, forte e pieno di risorse"
Il figlio Nicholas, durante la celebrazione: "era una persona altruista, era un gentiluomo tra gentiluomini, un amico tra amici, un capo tra capi", "era un uomo di valori e principi reali ... il numero di persone presenti quì oggi testimonia il rispetto dovuto e la quantità di bene che ha fatto".

Le informazioni di questo post sono tratte dagli articoli del Sydney Morning Herald
e dell'Herald Sun.

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