lunedì 7 aprile 2008

Il FAI a Treviso svela l'Abbazia di Santa Bona e la chiesetta di San Vigilio

Questo fine settimana (6 e 7 aprile) il FAI ha organizzato la "consueta" giornata di primavera in cui vengono rese disponibili al pubblico una parte del nostro patrimonio culturale e storico che normalmente non è accessibile.

Quest'anno nel trevigiano sono state aperte le porte della Chiesetta di San Vigilio di Col San Martno a Farra di Soligo e l'Abbazia di Santa Bona, sul quartier del piave, a Vidor.

Delle guide abbastanza preparate ci hanno svelato i segreti di questi luoghi così vicini, ma spesso inaccessibili.

La descrizione dell'esperienza delle due visite si trova qui:
Santa Bona a Vidor
San Vigilio a Col San Martino

L'iniziativa è senz'altro lodevole e l'impegno andrebbe volentieri premiato. Purtroppo la quota minima per iscriversi al FAI è di 39 euro, che rispetto ai 20 dello scorso anno, rappresenta un incremento di quasi il 100%. Non mi sembra una grande idea.

Nonostante i vantaggi siano considerevoli per chi visita luoghi di interesse storico e culturale con una certa frequenza, a mio avviso, non intercettale possibilità di chi vuole visitare un museo una o due volte all'anno e desidera leggersi una pubblicazione tre o quattro volte all'anno.

Forse sarebbero stati più opportuni livelli più graduali di adesione.

Lo stesso slogan "Diventa un mecenate" sa un po' troppo di aristocratico e di esclusivo.
Sarebbe bello che il FAI si adoperasse a rendere agibile l'iscrizione e la partecipazione a tutti, ognuno secondo le proprie disponibilità e grado di interesse.
Altrimenti si rischi di tornare ai tempi in cui la cultura era di esclusivo interesse di vecchi nababbi e snob facoltosi.
Vedremo che succederà in futuro.

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