giovedì 24 gennaio 2008

Democrazia, Meccanocrazia, Tecnocrazia, etc.

Nei periodi meno entusiasmanti della vita politica italiana, come quello che stiamo vivendo, mi ritornano sempre in mente i pensieri e le idee che ebbi nel 2002.
Ne ho parlato in tempi diversi con amici diversi.
Grazie a un paio di post (1, 2) di Luca De Biase e a relativi commenti dei lettori, mi son sentito meno solo e per la prima volta provo a descrivere quelle idee.
Spero tanto che possano essere d'aiuto a qualcuno.
Non sono riuscito ad essere breve.

Preambolo: l'esperienza di tesi e le vicende del 2002
Nel 2002 stavo lavorando alla mia tesi di laurea, presso il dipartimento di Fisica di Padova. Analizzavo i dati raccolti in una decina di anni di attività del rilevatore Zeus nell'acceleratore Hera presso il laboratorio Desy vicino ad Amburgo (GER), alla ricerca di un decadimento "proibito".
Per testare l'efficenza e l'affidabilità di algoritmi, metodi di analisi e filtri sui dati si faceva gran uso dei "metodi Monte Carlo", cioè delle simulazioni del comportamento di un rilevatore.
Il comportamento dell'urto tra un protone ed un elettrone (queste erano le particelle accelerate) è noto ma dipende da un elevato numero di variabili indipendenti il cui valore non può essere noto a priori.
Il programma Monte Carlo, genera gli eventi che la teoria prevede accadano in queste situazioni, valorizzando in modo casuale i paramentri di sitema.
Il programma di simulazione era fatto piuttosto bene, e il risultato che dava era molto simile ai dati sperimentali.
Considerata la complessità dell'urto elettrone-protone, in cui interviene il determinismo della fisica classica e la probabilità intrinseca alla meccanica quantistica, rimasi particolarmente sorpreso della potenza del programma di simulazione.
Mi dissero che i metodi Monte Carlo sono utilizzati spesso nell'analisi di sistemi complessi e nelle previsioni della loro evoluzione.
Campi d'applicazione sono, per esempio, l'economia (basta pensare all'andamento della borsa), la demografia, ecc.

Non ricordo con precisione quale fu il motivo che mi fece prendere una terribile delusione "politica". Credo sia stata la perdita di fiducia in una forza politica che reputavo fosse l'unica che mi potesse in qualche maniera, almeno in parte, rappresentare.
Cominciai a generalizzare il problema. Non si trattava di persone sbagliate, di comportamenti deplorevoli.


Pensieri, ipotesi ed idee
Non è possibile costringere quacuno ad essere onesto.
E' necessario che sia conveniente essere onesti.
Se una bugia o un impegno non mantenuto ponesse automaticamente fine alla proprio progetto politico e/o alla proprio carica istituzionale, la maggioranza dei politi manterrebbe un comportamento più leale.
Quasi sempre le persone, gli apparati, i partiti cercano consenso (e quindi potere) con due mezzi:
- Occupazione del consenso: adottare la soluzione che l'elettorato desidera, facendo proprie le sue richieste. Può sfociare nel populismo.
- Conquista del consenso: convincere l'elettorato che la soluzione proposta è la più adatta. Può sfociare nel marketing: è necessario vendere al meglio la propria idea, criticando le avversarie.

Per evitare tutto ciò è necessario esporre le proposte in modo che chiunque possa trovare le risposte che desidera in in modo completo.
La soluzione che mi è venuta in mente è quella di confezionare un programma che prevede e gestisce gli interventi legislativi ed esecutivi.
Ciacun "partito" prepara un programma (nel senso "informatico" del termine) molto dettagliato che permetta ad un software in possesso dell'elettore di cercare le informazioni che desidera in modo chiaro e veloce.
Il software non sarebbe altro che un sofisticato programma di simulazione Monte Carlo che prevede l'andamento della nostra vita con una percentuale di affidabilità basata sulla statistica.
Per esempio mi piacerebbe verificare i cambiamenti del mio tenore di vita applicando i vari programmi politici.
Sarei interessato a verificare se il settore per il quale lavoro sarà incentivato dalle scelte politiche. Mi interessarà sapere se i vari programmi prevedono che pagherò meno tasse, o se i costi dei servizi pubblici aumenteranno, ecc.

Le elezioni sancirebbero un programma vincitore che verrebbe applicato nel dettaglio.

Poi si può discutere quanto si vuole sul fatto di mantenere un potere umano di controllo, sul comportamento da tenere in casi particolari (terremoti, guerre, crisi impreviste, ecc.).

Si avrebbe una spersonalizzazione della politica. Non mi importa la persona che presenta il programma politico, voglio solo provare il suo programma, testarlo, e dopo sceglierò.
Naturalmente resteranno le divisioni, ci sarà ancora destra e sinistra: alcuni sceglieranno programmi più liberisti, altri quelli più attenti allo stato sociale.

Conclusioni
Possiamo continuare ad illuderci di vivere in democrazia continuando a scegliere il "venditore" più bravo.
Oppure fare la nostra scelta dopo aver testato ciò che si vuole scegliere.
Non ho mai pensato di aver trovato una soluzione, ma di aver intuito una via o solamente la necessità di un cambiamento radicale.
Profeticamente, nel 2002 dissi che un giorno sarebbe arrivato qualcuno in grado di teorizzare un cambiamento di tal genere, che fosse in grado di portare il meccanicismo in politica per portare effettivamente il potere al popolo, per renderlo consapevole di cioò che sceglie.
Per la verità pensai anche al superamento di tale ipotesi (ma quì si sconfina nella fantascenza): la Meccanocrazia! Fare in modo che sia la macchina (e non più l'elettorato) a scegliere il programma migliore, sulla base di pochi, semplici parametri o valori condivisi.
Per esempio, se si sceglie di comune accordo che:
- la disoccupazione deve essere minore del 5%
- il 90% delle famiglie deve avere almeno 3000 euro al mese
- Il trasporto pubblico deve garantire tempi di percorrenza medi di 90 secondi al km per percorsi urbani e 45 secondi al km per percorsi extraurbani
- Avere tutte le città con percentuali di polveri sottili al di sotto di tot ppm
- ecc. ecc.
In questo modo avremo un'interfaccia su cui intervenire facendo le nostre scelte, mentre i provvedimenti da prendere per raggiungere tali obiettivi sarebbe affidati ad una macchina.

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