giovedì 31 gennaio 2008

Olive ascolane ... all'ascolana

I tre giorni passati ad Ascoli Piceno (Marche) mi hanno permesso di capire che chiamare "Olive Ascolane" le olive ripiene e fritte non è corretto. Almeno non del tutto.

Le olive ascolane sono una particolare varietà di olive, tendenzialmente più grosse e tondeggianti di quelle a cui si è abituati.
Non è difficile capire che l'aggettivo "ascolane" sia dovuto al fatto che venivano (vengono?) coltivate sprattutto nel Piceno e nella valle del Tronto.
Mi sono state offerte gentilmente dalla famiglia che ci ospitava, e devo dire che hanno in comune con le ciliege il fatto di non farmi smettere.

Dire, invece, di qualche piatto che è "all'ascolana", significa, a grandi linee, semplicemente che è impanato e fritto.
Esistono vari tipi di verdura all'ascolana, non solo le olive.
Mi è stato raccontato delle feste paesane in cui ciascun quartiere prepara piatti fritti, da consumarsi assolutamente caldi, appena levati dall'olio.

Questa particolarità della cucina tradizionale marchigiana ha un imprevedibile punto di contatto con la "cucina", o meglio, il metodo di cucinare che abbiamo trovato in Australia.
In Australia tutto diventa commestibile e goloso grazie a una spessa e croccante impanatura. Qualità e genuinità non sono paragonabili: impossibile il confronto con le olive all'ascolana e il Mars fritto in vendita nei take away ...

martedì 29 gennaio 2008

Canone RAI

Un po' caretto il canone chiesto a Filippo Facci ...

sabato 26 gennaio 2008

Agenda Setting

Luca De Biase ha buttato un'idea (1,2,3,4,5,6).
Nome in codice: Agenza Setting (temporaneo).
Parte dall'esigenza di avere temi di discussione politica seri, non faziosi, con prospettive solide di medio termine.
La novità, a mio avviso, è il proposito di sfruttare le potenzialità dei mezzi di informazione orizzontale (blog) ed essere aperti a proposte di chiunque voglia collaborare (wiki).

E' tutto molto fumoso, non capisco lo scopi e nemmeno dove si possa arrivare, però mi piace, mi piace ...

giovedì 24 gennaio 2008

Democrazia, Meccanocrazia, Tecnocrazia, etc.

Nei periodi meno entusiasmanti della vita politica italiana, come quello che stiamo vivendo, mi ritornano sempre in mente i pensieri e le idee che ebbi nel 2002.
Ne ho parlato in tempi diversi con amici diversi.
Grazie a un paio di post (1, 2) di Luca De Biase e a relativi commenti dei lettori, mi son sentito meno solo e per la prima volta provo a descrivere quelle idee.
Spero tanto che possano essere d'aiuto a qualcuno.
Non sono riuscito ad essere breve.

Preambolo: l'esperienza di tesi e le vicende del 2002
Nel 2002 stavo lavorando alla mia tesi di laurea, presso il dipartimento di Fisica di Padova. Analizzavo i dati raccolti in una decina di anni di attività del rilevatore Zeus nell'acceleratore Hera presso il laboratorio Desy vicino ad Amburgo (GER), alla ricerca di un decadimento "proibito".
Per testare l'efficenza e l'affidabilità di algoritmi, metodi di analisi e filtri sui dati si faceva gran uso dei "metodi Monte Carlo", cioè delle simulazioni del comportamento di un rilevatore.
Il comportamento dell'urto tra un protone ed un elettrone (queste erano le particelle accelerate) è noto ma dipende da un elevato numero di variabili indipendenti il cui valore non può essere noto a priori.
Il programma Monte Carlo, genera gli eventi che la teoria prevede accadano in queste situazioni, valorizzando in modo casuale i paramentri di sitema.
Il programma di simulazione era fatto piuttosto bene, e il risultato che dava era molto simile ai dati sperimentali.
Considerata la complessità dell'urto elettrone-protone, in cui interviene il determinismo della fisica classica e la probabilità intrinseca alla meccanica quantistica, rimasi particolarmente sorpreso della potenza del programma di simulazione.
Mi dissero che i metodi Monte Carlo sono utilizzati spesso nell'analisi di sistemi complessi e nelle previsioni della loro evoluzione.
Campi d'applicazione sono, per esempio, l'economia (basta pensare all'andamento della borsa), la demografia, ecc.

Non ricordo con precisione quale fu il motivo che mi fece prendere una terribile delusione "politica". Credo sia stata la perdita di fiducia in una forza politica che reputavo fosse l'unica che mi potesse in qualche maniera, almeno in parte, rappresentare.
Cominciai a generalizzare il problema. Non si trattava di persone sbagliate, di comportamenti deplorevoli.


Pensieri, ipotesi ed idee
Non è possibile costringere quacuno ad essere onesto.
E' necessario che sia conveniente essere onesti.
Se una bugia o un impegno non mantenuto ponesse automaticamente fine alla proprio progetto politico e/o alla proprio carica istituzionale, la maggioranza dei politi manterrebbe un comportamento più leale.
Quasi sempre le persone, gli apparati, i partiti cercano consenso (e quindi potere) con due mezzi:
- Occupazione del consenso: adottare la soluzione che l'elettorato desidera, facendo proprie le sue richieste. Può sfociare nel populismo.
- Conquista del consenso: convincere l'elettorato che la soluzione proposta è la più adatta. Può sfociare nel marketing: è necessario vendere al meglio la propria idea, criticando le avversarie.

Per evitare tutto ciò è necessario esporre le proposte in modo che chiunque possa trovare le risposte che desidera in in modo completo.
La soluzione che mi è venuta in mente è quella di confezionare un programma che prevede e gestisce gli interventi legislativi ed esecutivi.
Ciacun "partito" prepara un programma (nel senso "informatico" del termine) molto dettagliato che permetta ad un software in possesso dell'elettore di cercare le informazioni che desidera in modo chiaro e veloce.
Il software non sarebbe altro che un sofisticato programma di simulazione Monte Carlo che prevede l'andamento della nostra vita con una percentuale di affidabilità basata sulla statistica.
Per esempio mi piacerebbe verificare i cambiamenti del mio tenore di vita applicando i vari programmi politici.
Sarei interessato a verificare se il settore per il quale lavoro sarà incentivato dalle scelte politiche. Mi interessarà sapere se i vari programmi prevedono che pagherò meno tasse, o se i costi dei servizi pubblici aumenteranno, ecc.

Le elezioni sancirebbero un programma vincitore che verrebbe applicato nel dettaglio.

Poi si può discutere quanto si vuole sul fatto di mantenere un potere umano di controllo, sul comportamento da tenere in casi particolari (terremoti, guerre, crisi impreviste, ecc.).

Si avrebbe una spersonalizzazione della politica. Non mi importa la persona che presenta il programma politico, voglio solo provare il suo programma, testarlo, e dopo sceglierò.
Naturalmente resteranno le divisioni, ci sarà ancora destra e sinistra: alcuni sceglieranno programmi più liberisti, altri quelli più attenti allo stato sociale.

Conclusioni
Possiamo continuare ad illuderci di vivere in democrazia continuando a scegliere il "venditore" più bravo.
Oppure fare la nostra scelta dopo aver testato ciò che si vuole scegliere.
Non ho mai pensato di aver trovato una soluzione, ma di aver intuito una via o solamente la necessità di un cambiamento radicale.
Profeticamente, nel 2002 dissi che un giorno sarebbe arrivato qualcuno in grado di teorizzare un cambiamento di tal genere, che fosse in grado di portare il meccanicismo in politica per portare effettivamente il potere al popolo, per renderlo consapevole di cioò che sceglie.
Per la verità pensai anche al superamento di tale ipotesi (ma quì si sconfina nella fantascenza): la Meccanocrazia! Fare in modo che sia la macchina (e non più l'elettorato) a scegliere il programma migliore, sulla base di pochi, semplici parametri o valori condivisi.
Per esempio, se si sceglie di comune accordo che:
- la disoccupazione deve essere minore del 5%
- il 90% delle famiglie deve avere almeno 3000 euro al mese
- Il trasporto pubblico deve garantire tempi di percorrenza medi di 90 secondi al km per percorsi urbani e 45 secondi al km per percorsi extraurbani
- Avere tutte le città con percentuali di polveri sottili al di sotto di tot ppm
- ecc. ecc.
In questo modo avremo un'interfaccia su cui intervenire facendo le nostre scelte, mentre i provvedimenti da prendere per raggiungere tali obiettivi sarebbe affidati ad una macchina.

mercoledì 23 gennaio 2008

Red Laptop: Bono Vox e il suo pc per l'Africa

E' partita la moda del notebook che aiuta l'Africa!
Se vuoi essere un benefattore, ormai è d'obbligo vendere un pc, il cui ricavato va a qualche associazione umanitaria con interessi in Africa.

L'iniziativa a cui s'è prestato Bono Vox, francamente, mi lascia sconcertato e disgustato.
Bono ormai ha fatto troppi passi falsi. La sua antropofilia non è più credibile.

martedì 22 gennaio 2008

Nazionali

Mi è giunto il manifesto qui a fianco che pubblicizza le partite delle nazionali "A" e "U20" rispettivamente il 3 febbraio 2008 e il 14 marzo 2008 a Mogliano Veneto (TV).
Ad occhio mi sembrava un po' tardino per un test match, vista l'imminenza del "6 nazioni".
Mi sono informato e ... guarda un po' ... l'italia gioca sabato 2 febbraio in Irlanda e la Scozia il 3 febbraio in Francia ...

A questo punto mi chiedo: non è che si tratti di una pubblicità un tantino ingannevole, visto che c'è pure un primo piano di Troncon, emblema decennale del rugby italiano?

Forse sono stato tratto in inganno solo dalla mia ignoranza, ma quanti che hanno visto il manifesto hanno un livello di competenza tale da sapere che nazionale "A" non significa la nazionale maggiore?

Spero tanto che il rugby non stia per diventare territorio di conquista mediatica, come lo è stato in passato per il motociclismo, lo sci, il ciclismo e la vela.

Il meccanismo è semplice: gli sport minori cercano vetrine per avere finanziamenti necessari al proprio sostentamento. I media hanno bisogno di trovare catalizzatori di attenzione sempre diversi.
Succede, poi, che i due interessi si incontrino.
Spesso per opera di un atleta che ha successo a livello internazionale, o per qualche sponsor che per passione o fiuto di un "mercato in crescita" punta sullo sport.
Oppure anche per opera degli stessi media.
Per il rugby, per esempio sembra che La7 e "Il sole 24 ore" spingano molto.

A questo punto nasce una sinergia che per qualche tempo è costruttiva: lo sport minore ha bisogno della popolarità per sostenersi e crescere, i media hano bisogno di "pompare" lo sport per stupire e divertire il pubblico.
Nascono miti, falsi esperti, tuttologhi da dibattito serale, super eroi sportivi e capita di trovarsi a sostenere una discussione al bar sulla tattica che Luna Rossa dovrà adottare nel prossimo match race con persone che al mare non sono mai state a galla su un materassino.

Il nuovo sport-sulla-bocca-di-tutti diventa motivo di attrazione dell'attenzione generale.
Perciò può capitare anche che un piccolo comitato locale che riesce ad organizzare un evento importante di livello internazionale, sfrutti la diffusa ignoranza del suo sport per trarre vantaggio della crescente (e peritura?) popolarità.

Purtroppo, spesso la troppa popolarità corrompe lo sport, snaturandone i principi morali e sportivi che (non essendo appunto generici e popolari) lo facevano sport "per pochi" (per esempio il calcio dagli anni '70-'80 ad oggi).
Altre volte è la mancanza di un personaggio chiave a far calare l'attenzione (lo sci e Alberto Tomba, ad esempio).
Altre volte ancora la caduta di popolarità e dovuta a motivi intrinsechi allo sport (vedi il ciclismo e il doping).

In Francia e Gran Bretagna il rugby, pur essendo uno sport popolarissimo, i cui campioni sono strapagati e le cui tecniche di allenamento rasentano la scientificità più maniacale, è riuscito a mantenere le sue caratteristiche di moralità, dedizione e lealtà.

Non mi fido degli italiani.

Vorrei che il rugby restasse uno sport minore.

Praticato molto e chiaccherato poco.

venerdì 18 gennaio 2008

Google in lutto? No, è per il risparmio energetico

Nerooogle.com è una iniziativa italiana, firmata da Alex Zarfati che si propone di contribuire al risparmio energetico semplicemente impostando il colore di sfondo della pagina di google in nero.

L'iniziativa è, a mio avviso, senz'altro lodevole e apprezzabile soprattutto per la sua semplicità.

Tuttavia, a mio parere, non è questa la direzione giusta verso lo sviluppo sostenibile.
Un'iniziativa può aver successo se non richiede agli utenti di rinunciare alle loro abitudini.
A meno che ciò non sia obbligatorio o economicamente vantaggioso, come, per esempio, il divieto di fumare nei locali nel primo caso e gli incentivi alla rottamazione nel secondo.

Tutti noi abbiamo accolto con piacere gli autobus a metano in città: continuiamo ad avere lo stesso servizio diminuendo le emissioni nocive.
Pochissimi, tuttavia, decidono di usare la bicicletta al posto della macchina per percorsi brevi con il solo scopo non sperperare energia!

Non credo si possa rinunciare al bianco in internet e usare solamente una paletta di una decina di colori poco emissivi!
Sarebbe molto più utile costruire schermi che riducono il consumo anche per il colore bianco.
Certo, questa soluzione richiede investimenti e una maggiore spesa da parte degli utenti.

Mi è piaciuta la frase che riporta Alex Zarfati:
"E’ nella semplicità talvolta il seme per far germogliare tante cose".

E' per questo che apprezzo l'idea, l'iniziativa, lo sforzo e lo scopo, ben sapendo (e credo che lo sappia anche Alex Zarfati) che non è questa la soluzione ...



P.S.: cercando su google (bianco o nero che sia) "black google" si trovano lunghe disserzioni tra sostenitori e detrattori, oltre a siti che forniscono la schermata di google in nero.

martedì 15 gennaio 2008

What was wrong with the pub?

Facebook, come le chat qualche anno prima, non mi ha mai attratto.
Dopo questo articolo di Tom Hodgkinson (un giornalista del guardian), ancora di meno.

venerdì 11 gennaio 2008

Wireless libero e sicurezza

Perfino Bruce Schneier sostiene che:

"Whenever I talk or write about my own security setup, the one thing that surprises people -- and attracts the most criticism -- is the fact that I run an open wireless network at home. There's no password. There's no encryption. Anyone with wireless capability who can see my network can use it to access the internet. To me, it's basic politeness. Providing internet access to guests is kind of like providing heat and electricity, or a hot cup of tea."

[via wired]

mercoledì 9 gennaio 2008

L'anno del viola

Attenzine, attenzione ... quest'inverno va di moda il viola!
Forse ci sono arrivato per ultimo, però da un certo punto di vista mi ha fatto piacere prenderne consapevolezza ieri, al centro commerciale.
Mia moglie me lo ripete da almeno due mesi:
"Guarda, anche quì vestiti viola ... quest'inverno va proprio di moda!"
e io, dopo una sorpresa iniziale per questo tipo di osservazini ("L'altranno non c'erano maglioni viola nei negozi?"), immancabilmente assentivo:
"Già! E'Vero!".
Ebbene, ieri, uscivo dal supermercato con le borse della spesa, solo, stanco e con la testa tra le nuvole.
Piegato leggermente sul fianco sinistro, buttai gli occhi sulla vetrina di un piccolo negozio di abbigliamento, in cui un manichino dall'aspetto femminile indossava un caldo maglione viola.
Mi venne spontaneo guardare gli altri capi esposti, alla ricerca della prova sperimentale per validare una tesi che silenziosamente cercava autorità.
Non che ne sentissi la necessità, ma chi ha una personalità tendenzialmente scientifica converrà con me che mettere un po' d'ordine nelle proprie idee è sempre una sensazione piacevole e tranquillizzante.
Tre capi viola su una decina di esposti mi sembrò una buona media, soprattutto perchè non c'era nessun altro colore che prevalesse.
Quindi sentenziai a me stesso che quest'anno il colore di moda è il viola.

lunedì 7 gennaio 2008

Net2Ftp

www.net2ftp.com

Ottimo strumento quando non è possibile usare un client ftp.
Un po' laborioso e delicato anche se per essere sincero, l'ho messo a dura prova con l'installazione di Joomla 1.5.
Il noto CMS ha uno zippone con più di 3000 files.
Se non è possibile usare un client ftp (proxy, firewall, ecc.), se chi fornisce l'hosting concede solo uno strumento che carica un solo file alla volta, diventa una manna.
net2ftp infatti permette di caricare un .zip, .bz, .tgz e passarlo al server szippato.
E' un lavoraccio, per carità, però è fattibile ... e non c'e' di meglio, ad ora.

I nostri "2 giorni sull'Ortigara" - Il belato della capra zoppa

Non provo a descriverlo, lo mistificherei.
Strano.
E' prima cosa che mi viene in mente quando penso ai due giorni trascorsi in un luogo a tre ore a piedi dalla prima presa di corrente.

Oltre a cio':
-> L'Ortigara, accessibile, monumento di pietra infinito
-> Vedute parallizzanti. Nel vuoto. 1800 metri sotto ai piedi: la Valsugana
-> Scalata a Cima Undici, con le mani nella pietra
-> Le marmotte irriverenti e vigliacche
-> La tribu' dei cavalli-mangia-sopressa
-> Il fuori pista fuori mano fuori programma
-> Hikig hight ...
-> Pioggia e arcobaleno
-> Penne all'arabbiata
-> Le marmotte timide e curiose
-> Totally unplugged weekend
-> Il massimo della tecnologia utilizzabile: coltellino s(ch)vizzero
-> ... and it seems like Desolation Peak ...

Foto e pingui dettagli in
http://www.abromlu.it/abro/index.php?seqMenuL1=5&seqMenuL2=15&seqMenuL3=0
> trekking > Monte Ortigara

Aut.Min.Conc.


mercoledì 2 gennaio 2008

Bivacco Bedin

E' uno dei bivacchi più accoglienti, spettacolari e facilmenti accessibili che conosca (3 ore da Taibon Agordino).
Quì si trova la descrizione dell'ascesa e del pernottamento, con qualche chicca tra storia e leggenda.
Ci siamo stati d'estate, raggiungerlo d'inverno dovrebbe esser roba da esperti ...

Cucina: pollo alle mandorle (di Mlù)

Ingredienti:
petto di pollo, mandorle, farina tipo 00, olio d'oliva
Procedimento:
Tritare le mandorle allo spessore desiderato.
Soffriggere le mandorle brevemente con un po' d'olio d'oliva.
Impanare i quadrettoni di pollo con la farina tipo 00.
Cuocere il pollo con le mandorle in padella.
A quasi fine cottura aggiungere le mandorle tostate per bene e passare il tutto in padella per 1 minuto a fiamma alta.

fuori piove (Frantz)

Ore 6:45 - Fuori e' ancora buio. La dannata sveglia attacca col suo trillo devastante. Inutilmente devastante: stanotte non ho chiuso occhio. Ieri sera ho lavorato fino a tardi. L'acqua che rotola giu' dalla grondaia fa tum tum tutum... Inutile tentare di dormire. Meno male che c'e' un buon libro sul comodino. Fra due ore devi essere dal cliente con una buona idea.

Ore 7:20 - Il tostapane e' fuori uso, lo yogurt e' scaduto, i biscotti sono finiti, la marmellata e' rancida. Oggi il mondo mi si mette di traverso. Il caffe' in compenso e' una bomba! Mai lavare la moka col detersivo, mai cambiare marca di caffe', mai tenere il caffe' nel vaso di vetro. Usare sempre acqua fredda e fuoco basso. Poche semplici regole per un caffe' perfetto. Perche' la mia schedulazione non e' mai cosi' rassicurante?

Ore 8:30 - In questa citta' bastano due gocce di pioggia per creare un delirio. Aggiungi lo sciopero dei camionisti. Aggiungi l'intasamento in tangenziale. Aggiungi la coda in biglietteria alla metro. Aggiungi che sono in ritardo di 10 minuti e il raptus di follia diventa probabile. Tenetemi prima che prenda a calci qualcuno! Piove che dio la manda e meno male che ho l'ombrello con me. Della misura giusta: ci sto solo io sotto.

Ore 8:50 - Sono dal cliente. Non so come, ma anche stamattina ce l'ho fatta. L'importante non e' arrivare per primo, ma evitare di essere l'ultimo: in sala riunioni l'ultimo che entra fa sempre un brutto effetto; e stavolta non sono io. Mi tolgo subito il cappotto, perche' qua sparano la temperatura come all'inferno. Sfoggio una felpa nuova. La tipa della reception se ne accorge: 'Che bella felpa, carina!'. 'Bambola, ne potremmo parlare dopo, ti va?'. All Weather Technology! che poi non e' un riferimento meteo, ma un paradigma di vita. Una metafora, una filosofia. Capisci, no? La tipa mi sorride. Il primo raggio di sole della giornata e' tutto mio.

Ore 9:15 - Inizia la riunione: ci sono tutti! Il titolare che non capisce niente ma caccia la grana. Il responsabile marketing, che non ho ancora capito che ci venga a fare; e forse non lo sa neanche lui! Il responsabile IT, che ci chiama qua a fare poi il suo lavoro: ce ne vogliono! Il responsabile delle risorse umane: il titolare lo odia perche' lo considera inutile. Portano il caffe': bicchierini di plastica e bustine di zucchero spiegazzate. Lo bevo per non fare l'antipatico, ma il mio caffe' lo batte cento a zero questo brodo!

Ore 10:00 - Tocca a me. Le mie slide scorrono via come un pezzo di Miles Davis: il ritmo giusto, una struttura ritmica precisa, solida ma leggera. Il contrabbasso da' consistenza e spessore, il pianoforte mette le virgole e i punti. E il sax che vola via quasi per conto suo, ma senza perdersi mai, senza strafare, sempre sul filo tra genio e sregolatezza. Guizzi veloci e svisate clamorose. E' per questo che mandano me. So improvvisare e lo faccio senza sbracare. Mi sembrano tutti convinti, tranne il titolare che non capisce niente di Miles Davis; ma e' un problema suo.


Ore 13:00 - Pausa pranzo. Vorrei buttarmi sul divano, me lo merito. Invece sono qua con il gruppo dei responsabili nella mensa aziendale. Parlano di calcio. Sono tutti interisti. Mi strafogo di lasagne: per essere sbobba di mensa non sono affatto male.


Ore 14:00 - So gia' che mi addormentero' sul tavolo della sala riunioni: del resto tocca al responsabile del marketing parlare: il focus, il break-even, la visual identity, l'ownership, il knowledge, il briefing... ora muoio. Fuori piove.


Ore 17:30 - E' finita. La riunione e' finita. Sono fuori: tutto 'sto smog per dieci secondi mi sembra aria di montagna. Respiro forte. Apro l'ombrello. Fa la sua figura: una botta di colore nel grigio generalizzato. Come ogni sera il ritorno a casa e' impegnativo: navigazione difficile verso un porto sicuro. Il divano e' il mio molo. La cucina e' il mio club dei marinai.


Ore 19:00 - Ho ancora le lasagne cementificate nello stomaco: stasera si va di ortaggi! La radio gracchia qualcosa. Pubblicita'. La spengo. Silence, please...


Ore 21:00 - Mi butto a letto. La TV italiana ha dato un grosso contributo al mio approfondimento culturale: da quando ci sono i reality ho letto molti libri. E poi finche' non arrivo all'ultima pagina, c'e' qualcosa che mi rode. Come una fame. Come la voglia di qualcosa di buono.


Ore 23:00 - Fuori piove. L'acqua che rotola giu' nella grondaia fa tum tum tutum... ma stanotte dormo: domani niente slide. Domani e' Natale.